La Gatta Sul Tetto

21 novembre 2007

attraverso lo specchio

Filed under: Blog Notes — lagattasultetto @ 3:37 PM
 
ieri mattina sono uscita per una riunione (durata fino a tarda ora, ahimè, ero distrutta la sera) fuori ufficio.
di solito al alvoro sono vestita in maniera piuttosto formale, sia perchè ritengo che in ufficio ci si debba dare un contegno, a cominciare dall’abbigliamento, sia perchè per la mia giovane (ehm ehm ) età e per il mio (ehm ehm  ) aspetto giovanile, se venissi in jeans e maglietta mi darebbero i pastelli e l’abum da colorare…
e poi è tanto piu’ semplice al mattino acchiappare un tailleur già bello e pronto, piuttosto che lambiccarsi il cervello sul "che cosa mi metto stamattina?" e perder tempo ad abbinare i colori e i materiali.
 
ieri dunque , dovendo andare dal cliente, e dovendo quindi dare non tanto di me, quanto dell’azienda che rappresento, un’immagine seria e professionale, a maggior ragione ero molto formale.
tailleur marrone, scarpa alta, borsa seria senza pupazzetti, the bridge nera da lavoro (alla quale però è arraccata una giraffina con campanellino…), piumino nero, sciarpa viola (un minimo di colore), gioielli in tinta, capelli legati, trucco leggero (non che normalmente sia truccata pesantemente, però ieri ero truccata per avere un colorito meno cadaverico)…
 
mi sono data un’occhiata nel grande specchio all’ingresso…ero decisamente credibile, sembravo proprio una che va a lavorare.
niente da dire, se non che…quella nello specchio, pur essendo io, proprio io, non la riconoscevo.
insomma, erano miei i vestiti, li avevo scelti io secondo il mio gusto e il mio stile, ma per un attimo ho avuto come una visione di qualcuno di diverso che mi sorrideva da dietro allo specchio, una persona che per altro mi somigliava pochissimo…
 
è stato un istante, mentre controllavo che tutto fosse a posto, ma nel tragitto da casa fino al garage ho avuto la stranissima sensazione di camminare nel corpo di un’altra, di vivere la vita di un’altra…
e la mia? che fine aveva fatto?
o meglio, che fine avevo fatto "io"?
 
è tutto abbastanza confuso, ma ho avuto per la sensazione di vivere una vita non mia, di fare cose che non mi appartengono, di aver perso di vista invece ciò che sono e che mi dovrebbe appartenere.
 
come mi vestirei se fossi "io"? che cosa farei?
 
non ho risposte, anche perchè quella "dottoressa che va in ufficio" che ieri mattina si specchiava nel mio ingresso con tutta probabilità ero proprio io, mentre indossavo la maschera da "dottoressa che va in ufficio".
 
quando apro il mio armadio per decidere che cosa mettere prima di uscire, mi rendo conto che scelgo l’abito in base al personaggio che devo interpretare, come se, invece che nell’armadio, stessi frugando fra i costumi di scena.
 
e allora non so se esista veramente "me stessa" o se questa "me stessa" altro non sia che una somma di personaggi tutti così diversi: quella dell’ufficio, quella degli amici, quella dei parenti, quella del tango, quella della piscina, quella che va a fare la spesa e così via.
un minimo comun denominatore a tutte queste "gatte" c’è, è indubbio.
siamo tutte la stessa persona.
 
ma forse a volte una di loro ha voglia di un po’ di indipendenza dalle altre…e mi sorride da dietro uno specchio nel quale la guardo passare mentre va al lavoro.
 
 

14 commenti »

  1. io faccio un lavoro che mi evita il contatto diretto con i clienti, solamente telefonico. per cui mi vesto davvero in maniera funzionale e comoda.se dovessi mettermi un tailleur, anche io mi sentirei fuori posto e mi farei i tuoi stessi pensieri… ma qualche sacrificio bisogna farlo…sono contenta che puoi di nuovo commentare! io però non ho quell\’accento così forte eh? =)riguardo al cucciolo, io non ho detto che è un cane. non ho nemmeno detto che non lo sia. quello che pensi tu è il bullterrier, che io e il capitano amiamo particolarmente. bisognerebbe indovinare che animale, se poi si pensa sia un cane e si vuole azzardare anche una razza…

    Commento di perlinavichinga — 21 novembre 2007 @ 4:12 PM | Rispondi

  2. Lo diciamo sempre: "l\’abito … FA il monaco" … e quando si va "dal cliente" (che apprezza le scarpe Cafè Noir e sa riconoscere i vestiti di Ferrone) … ci si deve vestire adeguatamente … ma io personalmente … quando ti "mascheri" da "gatta che va in ufficio" (come oggi) … ti trovo semplicemente "DE LI ZIO SA" … ma … alla fine … al di là della maschera … al di là di quello che appare esternamente … il tuo "animo gattoso" è sempre lo stesso!!! 🙂
     

    Commento di Lilla — 21 novembre 2007 @ 4:21 PM | Rispondi

  3. eh eh è vero, i vestiti di ferrone…
     
    😀

    Commento di La Gatta — 21 novembre 2007 @ 4:33 PM | Rispondi

  4. Beh, credo sia una sensazione che capita un pò a tutti… ci sono situazioni e situazioni, ad ognuna delle quali corrisponde un tipo di abbigliamento, di atteggiamento anche, fermo restando che "noi" siamo noi, declinati diversamente!
    Prendi me con quei due mezzi lavori che faccio… quando faccio lezione in casa mia, sono libera di stare in tuta, con le ciabatte addirittura, senza trucco (e anche le mie allieve lo ritengono "normale". Quando invece mi trovano in tiro, perchè magari poco prima o poco dopo devo uscire, si meravigliano e mi fanno: "Occasione speciale?"); quando esco per incontrare gente, o ho una conferenza stampa, metto giacca e tacchi, un pò di trucco e "vado in scena", vestendomi di seriosità…. anche se poi magari mi dimentico il cellulare acceso, o mi si attacca la cicca sotto le scarpe, e torno quella di sempre… pasticciona e incasinata come al solito!

    Commento di soleluna — 21 novembre 2007 @ 4:38 PM | Rispondi

  5. Quella che sorrideva dallo specchio, forse, era "la Gatta" che sarebbe rimasta sotto il piumone a dormicchiare ancora un po\’. Ti stava sorridendo con aria di presa in giro, come a dirti "Bye bye Dottoressa! Io vado a sonnecchiare ancora un po\’, poi faccio le fusa ed un giro in giardino, pappa e, di nuovo, nanna!"
    Ma non è bellissimo questo poter essere sempre diversi, ma con la stessa anima?Non è una sorta di ELISIR, capace di tener lontani noia e grigiore?
    Un\’immagine  caleiodoscopica e pirandelliana, che "cambia d\’abito" ma non muta l\’essenza.
    Ciao,
    buona serata.
    Kalispera

    Commento di Kalispera — 21 novembre 2007 @ 4:53 PM | Rispondi

  6. "cambia l\’abito ma non muta l\’essenza"
     
    bello….mi piace, lo rivenderò…
     
    🙂

    Commento di La Gatta — 21 novembre 2007 @ 5:04 PM | Rispondi

  7. non c\’è trucco e non c\’è inganno!nessun trasferimento per ora, solo l\’arrivo di un animale =)bacioni

    Commento di perlinavichinga — 21 novembre 2007 @ 5:46 PM | Rispondi

  8. Credo sia così un po\’ per tutti, perchè noi non siamo una sola persona, giusto? E le maschere che indossiamo non sono maschere…siamo ancora noi, qualche volta prevale un aspetto piuttosto che un altro del nostro carattere, del nostro "io". Ma quello è il bello…poter scegliere chi essere in un momento lo trovo bellissimo. Anch\’io ho una Rosa-lavoro (anche se resto comunque sull\’"easy"), Rosa-università, Rosa-sabatosera, Rosa-famiglia, Rosa-paesello, Rosa-Roma in generale…eccetera eccetera. Rosa-mercoledìseraalle23:31 è in pigiama bianco a righe 🙂 Buonanotte…

    Commento di rosa — 21 novembre 2007 @ 11:32 PM | Rispondi

  9. Credo di essermi contraddetta nelle prime due righe, ma il senso si è capito spero…

    Commento di rosa — 21 novembre 2007 @ 11:37 PM | Rispondi

  10. so che non era il tuo intento, ma questo intervento mi ha messo ansia… non chiedermi perché!
    Un abbraccio!

    Commento di Federico — 21 novembre 2007 @ 11:40 PM | Rispondi

  11. federico: mi rileggo e capisco come possa aver trasmesso ansia…. forse ne volevo dividere un po\’…
     
    streghetta: si capiva, si capiva…. ed è vero…quella che oggi ha il tailleur e i capelli raccolti e domani i jeans larghi e le treccine è la stessa persona…in contesti diversi..
    è solo che a volte ci si trova in un contesto e ci si vorrebbe trovare altrove

    Commento di La Gatta — 22 novembre 2007 @ 10:12 am | Rispondi

  12. Io ho due personaggi.
     
    Uno è il manager sempre in giacca e cravatta, sempre barba fatta, capelli a posto ed impeccabile in tutti gli accessori. Preciso, concreto, pragmatico.
     
    L\’altro è il marito, papà, musicista, scrittore di racconti, sempre in jeans/felpe o jeans/maglioni.
     
    Una volta che ero in trasferta con colleghi di lavoro che conosco da anni, la sera per cena mi sono messo in jeans e sono rimasto sorpreso che tutti fossero sconvolti e dicessero "Sei un\’altra persona….".
     
    Allora per sdrammatizzare ho detto "Che avete visto mio fratello ?" inventando il gioco dei due fratelli gemelli, uno preciso e manager e l\’altro più informale ed alla mano.
     
    Però il secondo personaggio mi appartiene più del primo. Come per te, anche per me il lavoro è una cosa seria, però se mai arriverò al giorno della pensione, non avrò credo rimpianti a mettere definitivamente nell\’armadio i vestiti professionali e ad essere solo l\’Oreste informale e creativo. Quello sono veramente io, l\’altro è un abito.

    Commento di Oreste — 22 novembre 2007 @ 11:33 am | Rispondi

  13. beh, parafrasando Oreste, io sono… figlio unico, anche nel look.
    Grazie al cielo, e non finirò mai di ringraziarlo abbastanza per questo, lavoro in un contesto in cui tutti ci vestiamo come ci pare e come ci si sente più comodi… Quindi, jeans tutti i giorni e, soprattutto, niente cravatta, che stringe la carotide e riduce l\’afflusso di sangue al cervello… 😉
    Un abbraccio.
     

    Commento di Federico — 22 novembre 2007 @ 10:36 PM | Rispondi

  14. A me non hai trasmesso ansia, mi hai fatta sorridere, perchè è una situazione in cui mi ritrovo spessissimo. Guardarmi allo specchio e pensare:"Ma sono io quella?". Lo specchio mi risponde sempre di sì..ed io a volte ne sono contenta, altre consapevole, altre titubante, altre divertita…Pur recitando un ruolo (il buon Pirandello la sapeva lunghissima), il nostro io viene sempre e comunque fuori prima o poi…sia che siamo in tailleur, in jeans e top, in abito lungo o in pantalaccio. E meno male!!!
     
    Buona serata!!!
    Agnese
     
    p.s. Mi rendo conto che forse il commento è confuso e sgrammaticato, ma stasera lo specchio mi restituisce l\’immagine di una tizia in pigiama con la faccia sfatta e il colorito palliduccio…

    Commento di agnese — 22 novembre 2007 @ 10:55 PM | Rispondi


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